Performance

    Medea/Studio sul dolore




Il progetto parte dalla Medea pasoliniana ed è un connubio tra poesia, gesto e musica. Ogni cosa si fa parte dell’altra o da essa prende origine. Medea è madre-creatrice attraverso gesta e parole, di uno spazio tutto suo. E’ una geometria umana che parte dalla terra/madre come zona d’accoglienza e va verso l’innaturale, che cristallizza ogni cosa. Il corpo cade facendosi parte del suono che lo accompagna, nell’attesa di poter parlare o di poter esprimersi nella semplicità del gesto.

Appare come un viaggio catartico attraverso il senso di appartenenza.

I due linguaggi, uno più materico l’altro fisico, si fondono per necessità; viene cucita sul corpo la storia di una donna, il riappropriarsi della sua memoria, la musica assembla frammenti di un’anima che si è persa.

Su questo tessuto umano si scrivono dolore, accettazione, elaborazione della morte ma anche rinascita e il corpo che abita quelle suture appare come il testimone più credibile.

 

Che io mi dissolva,

abbandonata in questa vita odiosa

io, sola, senza patria,

io offesa, rapita da luogo incolto,

senza madre,

io madre senza figli,

né approdo alcuno a questo mio silenzio assordante.

Samuela Barbieri, Poesie