Due nuove mostre prendono il via ad ottobre per [e]DESIGN festival!
Buongiorno a tutte e a tutti!
Eccoci con il consueto report fotografico degli ultimi [e]DESIGN talks e per anticiparvi le prossime mostre che inaugureremo a breve!
Lo scorso weekend, nella splendida cornice dell’Auditorium di Santa Caterina, abbiamo avuto ospiti Jacopo Tondelli e Alessandro Marzo Magno, Roberto Palomba e Cristiano Crosetta, Marisa Graziati, Andrea Menegotto, Fabrizio Panozzo, Federico Leoni, Giordano Magnani e Lavinia Colonna Preti, Simone Gobbo e Giovanni Corbellini.
Ma veniamo alle due mostre in programma a breve!
Venerdì 23 ottobre, al Museo Bailo di Treviso prende il via la mostra Bruno Morassutti. Architettura industrializzata e design a cura di Bruno Morassutti Project e Luciano Setten.
Apertura al pubblico da sabato 24 ottobre a domenica 22 novembre con orario 10-18. Lunedì giorno di chiusura. Ingresso alla mostra 3 euro a persona. Per visite guidate scrivete info@edesignfestival.it (euro 5 a persona).
Una mostra con la quale desideriamo omaggiare un maestro per i 100 anni dalla nascita.
Gillo Dorfles in ‘Introduzione al disegno industriale’ pubblicato a metà degli anni 50, scrive un capitolo assai pertinente dal titolo ‘Architettura industrializzata e design’ in cui riscontra rilevanti analogie tra il tipo di progettazione dell’oggetto industriale e quello di alcuni elementi dell’architettura moderna (curtain walls), snodi, giunti serramenti e altri infissi prefabbricati. Simili strutture fanno parte del design, ma una volta inglobate entro un organismo architettonico vengono a costituire esse stesse delle vere e proprie architetture.
Da questa riflessione prende avvio la mostra su Bruno Morassutti.
La figura di Bruno Morassutti rientra a pieno titolo tra i precursori nella ricerca del materiale e nella sperimentazione di sistemi costruttivi innovativi che nel secondo dopoguerra era ancora legata ad una visione artigianale.
Verrà presentata la figura di Bruno Morassutti, ripercorsa attraverso gli anni della formazione e il soggiorno presso la scuola di Taliesin di F.L. Wright, l’esperienza post universitaria da cui scaturisce la cura del dettaglio progettuale e della scelta dei materiali costruttivi. Ed ancora l’inizio dell’attività professionale nel contesto culturale della Milano del secondo dopoguerra. Verranno presentati 7 edifici con focus sul sistema di facciata dei serramenti, filo conduttore di un esperienza progettuale riproposta e perfezionata nel tempo e maturata attraverso il contatto diretto tra il designer (architetto) e il costruttore (artigiano).
Bruno Morassutti è un architetto veneto che ha vissuto e lavorato a Milano. La sua attività e le sue opere si riflettono bene in questo enunciato se si aggiunge che il suo contributo all’architettura italiana è fortemente segnato dall’incontro con Frank Lloyd Wright e l’architettura americana della fine degli anni quaranta.
Di veneto ci sono la nascita a Padova, gli anni della scuola a Venezia, l’insegnamento di Giuseppe Samonà, l’incontro con Carlo Scarpa. C’è la laurea nel novembre del 1946 allo I.U.A.V. in rinnovamento, lo stesso anno di Masieri, Gellner, Valle. Ci sono due anni di collaborazione nello studio del fratello Giovanni ingegnere a Padova, formatosi a Vienna nel Werkbund di Holzmeister, Hoffman e Behrens. C’è poi una consapevolezza dei limiti della formazione accademica e la forte tensione a conoscere direttamente l’esperienza dell’architettura praticandola con Wright a Taliesin. Una voglia di conoscere esplosa nel clima di apertura dell’immediato dopo guerra, a Venezia con Scarpa che proprio allora si rivolge definitivamente a Wright in un rapporto poetico testimoniato da molti suoi progetti, unita all’aspirazione verso un’America sconosciuta prima della guerra in Italia. Quest’incontro per Morassutti avverrà nel 1949 a Taliesin in Wisconsin e in Arizona fino all’anno dopo. La vita comunitaria, la vicinanza quotidiana con il maestro e i suoi lavori, l’incontro con altri maestri invitati come Perret e anche l’incontro con le architetture di Mies van der Rohe a Chicago e con Neutra in California, introducono un itinerario americano che Morassutti compie letteralmente sulla strada. Quest’esperienza conclude la formazione dell’architetto e apre la sua attività. Un’attività intensa e molteplice riconosciuta immediatamente dalla critica, che fonde in una sintesi difficilmente separabile gli apporti individuali e i connotati delle diverse formazioni di Milano e Venezia filtrate dall’esperienza americana. Morassutti prosegue da solo nei primi anni sessanta l’attività coltivando gli stessi temi nella propria pratica, a voler precisare una ricerca personale che si connota interamente sul piano del progetto di architettura.
Bruno Morassutti viene a mancare il 4 settembre 2008.
Per approfondire la figura del maestro, è in programma un [e]DESIGN Talk:
_sabato 24 ottobre 2020, Treviso, saletta del Museo Bailo, ore 17,30
Architettura e Design in Bruno Morassutti: dettagli & prodotti
dall’architettura al design, il ruolo della piccola scala nell’attività progettuale di Bruno Morassutti
Le realizzazioni di Bruno Morassutti presentano significativi elementi di dettaglio sia con riferimento all’impianto architettonico sia agli interni e agli arredi, pensati sempre secondo un approccio che guarda al design industriale, anche se a scale diverse; rilevanti poi i progetti di Morassutti per oggetti d’arredo, macchine utensili, accessori,…. progettati oltre le singole realizzazioni.
Intervengono: Alessandro Colombo, architetto e designer, Roberto De Biasi, architetto e designer, Annandrea Dell’Agnola, designer. Modera: Francesco Scullica – Politecnico di Milano/Dipartimento di Design, BMP – Bruno Morassutti Project
Venerdì 30 ottobre, al Museo di Casa Robegan Treviso si inaugura la mostra d’arte Parole di Luce. Segni Versi e Visioni a cura di Paola Bellin e Luciano Setten.
Apertura al pubblico da sabato 31 ottobre a domenica 29 novembre. Orario: martedì, mercoledì e giovedì 15.30-18.00. Venerdì, sabato e domenica 10.00-12.30; 15.30-18.00. Chiuso il lunedì. Ingresso gratuito. Per visite guidate (euro 5 a persona) scrivete a info@edesignfestival.it
La mostra/performance accoglie opere e versi di Laura Ambrosi, Marco Nereo Rotelli, Barbara Uccelli. Nelle tre sale del Museo Casa Robegan, e nello spazio esterno del giardino, verranno esposte opere dove la parola, il segno e la luce diventano protagonisti di un progetto di poesia come opera. Opera pubblica, ma anche parola pubblica, attraverso l’arte, dove il gioco creativo fra segno (di-segno), parola (poesia) e proiezioni luministiche (light art) definiscono un nuovo modello di percezione visiva in cui segno e significante coincidono e si sovrappongono.
Per Irvine Welsh ‘Le parole sono pietre infuocate contro i benpensanti’. Oggi, la dicotomia tra benpensanti e malpensanti è di difficile distinzione: possiamo, solamente, tornare ad usare le parole per il loro valore universale, quello della poesia. Parole poetiche dedotte dalla vita trasformate in segni, tracciati, impianti visivi. Strutture di colore e luce che si incontrano e confrontano tramite la parola poetica, vissuta dagli artisti come esistenza di vita. Parola che si nobilita nell’intarsio stilistico fra segni, colori, lingue diverse. Segno/parola/luce.
Laura Ambrosi è un’artista che si esprime in diverse aree artistiche ma che predilige le installazioni luminescenti. Il fenomeno luminoso è luce che diviene oggetto artistico carico di espressività, di valenze, di significati, di evocazioni. Dal 1998 pone il suo fare artistico sull’incisione e termoformatura a mano di metacrilati con l’aggiunta di luci a neon. La sua creatività porta nei luoghi poesia e messaggi di sensibilità con opere che sembrano apparizioni delicate e luminescenti. La sua è una continua ricerca e una risposta emotiva verso un’idea di comunicazione, di relazione e condivisione tra etnie e generazioni differenti e una riflessione sull’attualità.
Marco Nereo Rotelli è nato a Venezia nel 1955, dove si è laureato in architettura nel 1982. Da anni persegue una ricerca sulla luce e sulla dimensione poetica che Harald Szeemann ha definito come ‘un ampliamento del contesto artistico’. L’artista ha creato negli anni una interrelazione tra l’arte e le diverse discipline del sapere. Da qui il coinvolgimento nella sua ricerca di filosofi, musicisti, fotografi, registi, ma privilegiando la poesia che, con il tempo, è divenuta un riferimento costante per il suo lavoro. Nel 2000 ha fondato il gruppo Art Project, oggi diretto da Elena Lombardi con Margherita Zambelli e Filippo Cavalli e composto da giovani artisti ed architetti, con il quale realizza numerosi interventi e progetti di installazione urbana. Questo suo impegno gli è valso la partecipazione a otto edizioni della Biennale di Venezia, oltre a numerose mostre personali e collettive.
Barbara Uccelli, dopo la laurea in Scienze della Comunicazione, inizia un percorso di formazione artistica specializzandosi nella regia teatrale e nella coreografia. Approda al mondo dell’arte dopo studi personali orientati alla contaminazione tra diverse forme di espressività. Inizia così una ricerca centrata non più sul mezzo espressivo ma sul risultato, i cui principali elementi di analisi sono la materia, il concetto e lo spazio. Pone la sua attenzione alla società e all’ambiente attraverso opere concettuali che siano di sostegno agli individui e all’environment, cercando un dialogo tra tradizione e innovazione tecnologica. Attraverso l’arte vuole stabilire una liaison tra individui e società, passato e nuovo, diritti e doveri. Sperimenta diverse pratiche artistiche (video, fotografia, scultura, scrittura), con particolare interesse per le installazioni e la performance. Attualmente vive a Milano.
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